"due di quattro"
l'anima tremula
pensieri, parole, opere e omissioni
personale - dal 18 Luglio a 14 Agosto - Chiavari Via Raggio 7 - Atelier d'Arte Corallo
'due di quattro' è un'anima tremula che racconta e si racconta, una frazione di spazio e di tempo in un mondo parallelo nel quale nulla è reale ma tutto è vero. E' una mostra pensata per ricordare l'esistenza di chi è stato e di chi non è potuto essere attraverso pittura, scultura, tecniche miste, e testi.
La mostra vuole affrontare il tema del ricordo e delle anime, in particolar modo dei bambini, creando attraverso opere ed installazioni una stanza dei giochi e della memoria.
Il luogo, un fondo settecentesco nel cuore di Chiavari nel quale i muri, le colonne, il pozzo, raccontano già da sé la storia dei tempi, ha fornito all'artista un contesto non convenzionale coinvolgendo il visitatore in un percorso quasi intimo e personale.
L'allestimento è stato progettato con installazioni diventate simbologia che tocca il profondo, aprendo a domande e richiami che in qualche modo sono presenti nella storia di ognuno di noi.
L'argomento, sicuramente non facile, è stato affrontato con delicatezza, studiato a fondo grazie anche al contributo della professoressa Lerici laureata in letteratura e teologia, cercando di dar vita ad un girotondo di voci rappresentate da disegni, sculture e testi nei quali ogni dettaglio ha la massima importanza.
Il messaggio passa attraverso diversi contesti storici ed emotivi ricordando i bambini non nati, le morti premature in epoca vittoriana, i bambini deportati, la fotografia post mortem e le anime in generale.
La fiaba ottocentesca e la filastrocca completano lo studio permettendo la comprensione del periodo storico e dell'importanza della memoria.
Il Libreo delle anime è un tomo del XVIII secolo che diventa "diario" per essere memoria di vite passate, raccontate attraverso immagini e tecniche miste che spaziano dal classico journaling fino all'astrattismo.
Senza schema, le emozioni vengono affidate alla carta con simbologie, parole, elementi trovati nel percorso di studio e di ricerca dell'artista.
Durante gli anni delle pestilenze la sopravvivenza dei bambini era minacciata a tal punto che le stesse filastrocche celavano la quotidianità delle morti premature.
"giro giro tondo
casca il mondo
casca la terra
tutti giù per terra"
era in inglese, lingua originale, accompagnata da uno starnuto che rappresentava il manifestarsi della malattia, e a seguire la caduta a terra di un bambino ne rappresentava il trapasso.
Così diverse altre filastrocche simulavano attraverso il gioco la triste realtà della società del tempo, alleggerendo nell'inconscio dei bambini la paura della malattia e della morte.
Nel contesto di un tempo precario, la fiaba era solita raccontare abbandono e carestia, la povertà era narrata nella tradizione popolare attraverso racconti nei quali i bimbi venivano abbandonati nel bosco, o ceduti per avere meno bocche da sfamare. Sebbene il lieto fine fosse sempre presente, il racconto quasi macabro rimaneva certamente più vivo nel ricordo popolare.
I fratelli Grimm raccolsero la memoria storica dei vecchi e trascrissero numerose fiabe lasciando un patrimonio importantissimo, sempre accompagnato da una morale.
L'artista ha voluto per questa mostra interpretare "la camiciola del morto" grazie al ritrovamento di un quaderno di scuola degli anni trenta nel quale l'alunna scriveva proprio questa fiaba, poi corretta dalla maestra. L'installazione è stata arricchita da una camiciola risalente allo stesso periodo storico, bagnata simbolicamente dalle lacrime della madre inconsolabile. L'abitino asciugherà nel momento in cui smetterà di piangere.